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Posts written by §HermioneSims§

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    Visto che non mi sembra che qui ci sia ancora qualcuno che legga le storie, ho deciso che non continuerò ad aggiornare "I 4 colori di Hogwarts" su questo forum. Se a qualcuno interessasse leggere il seguito, la storia è ancora in pubblicazione altrove. Sono sicura che con una ricerchina su google siate in grado di trovare dove.

    Buon proseguimento a tutti.
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    Appena pubblicato anche il capitolo 20, che è anche il finale della prima parte. Con la seconda parte sono un po' indietro, sono più o meno a metà, quindi ci vorrà un po' prima che inizi a pubblicarla.
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    Capitolo 20.1:
    La coppa delle case


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    Tragedia sfiorata a Hogwarts
    Nella giornata di ieri è stato sventato un attentato su larghissima scala nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. A portare avanti l’azione terroristica un gruppo di vecchie alchimiste, che hanno tentato di sottrarre tutta l’energia vitale degli occupanti del castello mischiando le loro conoscenze di alchimia con la magia nera. A evitare il peggio un piccolo gruppo di studenti, di cui il Preside non ha voluto divulgare le generalità, che sono riusciti in qualche modo a sventare il loro piano. Le vecchie alchimiste sono poi state arrestate con l’aiuto del corpo docente e di una squadra di Auror inviate dal ministero, e ora sono rinchiuse ad Azkaban in attesa del processo…


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    Preside Powell: (alza la testa dal giornale) e rieccoci qui. Di nuovo. Che devo fare con voi?

    Era evidente che la domanda fosse solo retorica, e comunque nessuno dei ragazzi aveva intenzione di rispondere.

    Preside Powell: vi avevo ordinato di non fare cavolate pericolose, come questa, e che me ne sarei occupato io al più presto. Eppure avete disobbedito, di nuovo. Per questo mi vedo costretto a togliere 100 punti a ognuno di voi.
    Scarlett: cosa? Ma se non ci fossimo stati noi là fuori, chi…

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    Preside Powell: non posso comunque trascurare il fatto che avete disobbedito a un ordine diretto e avete di nuovo rischiato la pelle. Non deve passare il messaggio che gli studenti possano fare tutto quello che gli passa per la testa.
    Scarlett: ma…

    Scarlett era a dir poco sconvolta: avevano appena salvato tutto il Castello, e venivano puniti? Infondo era tutta colpa del Preside, che non era stato ad ascoltarli e non era andato subito a controllare cosa stava succedendo.

    Preside Powell: adesso, se non vi dispiace, sono molto occupato, perché il Ministero sta ancora indagando su quello che è successo. Quindi potete andare. Mi raccomando, non fare più cavolate simili, intesi?

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    Scarlett: non è giusto! Se non fosse stato per noi, tutti gli altri…

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    William: che ti aspettavi, che ci premiasse? È soprattutto colpa del Preside se è successo tutto questo, come minimo adesso quelli del Ministero lo staranno torchiando per capire come ha fatto a non accorgersi di nulla prima.
    Randall: e poi se aggiungiamo che invece ci erano arrivati quattro ragazzini del primo anno… in effetti non lo abbiamo messo proprio in una bella situazione.
    Isabelle: credete davvero che sia tanto arrabbiato con noi?
    Scarlett: ci ha tolto 100 punti casa a testa, fa un po’ te…

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    Randall: almeno avendo tolto gli stessi punti a tutti quanti, quindi non è successo nulla alla classifica. Se i corvonero avessero perdere per colpa mia… brrr, non fatemici pensare.
    Isabelle: ah già, adesso che ci penso, alla fine la Coppa delle Case la consegnano questa sera, giusto?

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    Nonostante tutto quello che era successo, era comunque l’ultimo giorno di scuola. Per precauzione alcuni Auror pattugliavano ancora la scuola e le zone circostanti, e quindi studenti e professori potevano finalmente festeggiare degnamente con un bel banchetto. L’atmosfera nella Sala Grande era comunque tutto meno che festosa, perché tutti aspettavano con impazienza il discorso del Preside. Il Preside stava infatti per annunciare la casa vincitrice della Sfida Accademica che li aveva tenuti impegnati per tutto l’anno, che considerando i pochi punti che separavano le quattro case sarebbe stata anche la vincitrice della Coppa.

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    Preside Powell: vi vedo impazienti ragazzi, quindi cercherò di essere rapido: nonostante tutto, ieri pomeriggio io e gli altri professori abbiamo avuto modo di valutare i vostri progetti. Come prima cosa, lasciatemi dire che sono colpito da tutti e quattro i progetti, hanno tutti superato le mie più rosee aspettative. Detto questo, passiamo alla classifica!

    Tutti gli studenti stavano trattenendo il fiato e fissavano il Preside Powell.

    Preside Powell: all’ultimo posto, i Serpeverde. La pozione polisucco non era male, ma ho avuto la netta impressione che mancasse qualcosa di essenziale. A voi vanno 50 punti casa.

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    Amelie: (tra i denti) se becco chi ci ha sgraffignato il mantello…

    William si sforzò di assumere l’espressione più innocente possibile.

    Preside Powell: al terzo posto, i Grifondoro. L’idea di base era buona, ma lo sviluppo è stato molto banale, non mi avete entusiasmato. A voi vanno 100 punti casa.

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    Louise: cavolo! Ve l’avevo detto, dovevamo…
    Lucas: abbiamo dato il massimo, andrà maglio la prossima volta.
    Louise: ma…

    Preside Powell: al secondo posto, con il progetto sulle creature magiche, ci sono i Tassorosso! Complimenti a tutti, avete fatto uno splendido lavoro. Da oggi quando andrò a passeggiare nella Foresta lo farò con occhi del tutto diversi. A voi vanno 150 punti.

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    Hiroshi: Evviva!
    Lisa: ottimo lavoro ragazzi!

    Preside Powell: al primo posto ci sono invece i Corvonero. Sinceramente non abbiamo ancora fatto in tempo a leggere tutte le pergamene che ci avete scritto sulla magia arcaica, che per adesso stanno ingombrando l’ufficio del professor Nicholson…
    Prof Nicholson: non riesco neanche più ad aprire la porta…
    Preside Powell: appunto. Comunque, il contenuto del vostro lavoro è eccezionale, e nessuno di noi ha avuto dubbi sulla decisione di attribuire a voi il primo premio. A voi vanno quindi 200 punti, che vi mettono al primo posto anche per la Coppa delle Case! Congratulazioni, ragazzi!

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    Con un colpo di bacchetta il Preside cambiò il colore di tutti gli stendardi della Sala Grande in blu e bronzo, i colori dei Corvonero.

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    Dal tavolo dei corvonero si alzò un urlo di gioia. Erano anni che non riuscivano a vincere la Coppa, finalmente erano riusciti a dimostrare quanto valevano!

    Gli studenti agli altri tavoli erano invece ammusoniti, aver perso la coppa per colpa di quella sfida accademica era stato un duro colpo per tutti.

    Preside Powell: bene ragazzi! Adesso direi che possiamo passare al banchetto! Dopotutto domani tornerete tutti a casa per le vacanze estive.

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    Scarlett: ehi Isabelle! Ciao!
    Isabelle: ciao Scarlett.
    Scarlett: pronta per tornare a casa?
    Isabelle: certo che sì, mia sorella mi manca tantissimo. E poi mi devo ancora riprendere da quello che è successo l’altra sera.
    Scarlett: ma dai, alla fine non è andata così male.
    Isabelle: se lo dici tu…

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    Randall: ehi ragazze! Ciao!
    Scarlett: ciao Randall.
    Isabelle: ciao.
    Randall: certo che è proprio una bella giornata, che ne dite?
    Scarlett: adesso non tirartela solo perché avete vinto voi…
    Randall: non mi sto mica vantando…
    Scarlett: per lo meno togliti quel sorriso ebete dalla faccia, allora!
    Randall: bha, quante storie. Ehi, c’è anche Will laggiù! CIAO WILL!
    Scarlett: dovevi proprio?

    Sentendosi chiamare William si voltò verso di loro.

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    William: ti ho già detto che non mi piace essere chiamato Will. È un nomignolo stupido.
    Randall: ma no dai, che suona benissimo.
    Isabelle: anche secondo me suona bene.
    William: bah, fate un po’ come vi pare.

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    Randall: certo che siamo proprio una bella squadra, no?
    William e Scarlett: squadra?
    Isabelle: in effetti tra una cosa e l’altra quest’anno ci siamo ritrovati spesso insieme.
    Randall: e siamo arrivati alla fine di questa storia delle vecchie alchimiste praticamente da soli, non male per studenti del primo anno, no?
    William: bah…
    Scarlett: sarà.
    William: piuttosto, ci conviene andare al treno se vogliamo trovare ancora qualche posto libero.
    Randall: giusto! Andiamo a cercarci uno scompartimento libero!

    William veramente voleva solo trovarsi un posto tranquillo dove potersene stare un po’ per conto suo, ma ormai Randall era già partito.

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    Scarlett: andiamo Isabelle. Il posto vicino al finestrino è mio!
    Isabelle: ok, arrivo. Will, tu non vieni?
    William: e va bene…

    Forse era un gruppo un po’ strano, ma in fondo andavano d’accordo. E soprattutto sapevano di poter contare sempre l’uno sull’altro, in ogni situazione. Il ché poteva sempre tornare utile, soprattutto in un posto imprevedibile come Hogwarts.
  4. .
    Capitolo 19.1:
    Il Cerchio


    ???: e adesso, che posso fare con voi piccoli ficcanaso?

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    I ragazzi erano terrorizzati, non si aspettavano che succedesse niente del genere. Scarlett era l’unica ad aver avuto la prontezza di riflessi per estrarre la bacchetta non appena il cerchio era stato attivato, ma non aveva comunque idea di cosa fare. Gli altri si limitavano a osservare la vecchia strega con aria sconvolta.

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    ???: uhm, potreste sempre tornarmi utili… vediamo un po’…
    Randall: (sussurrando) e quello cos’è?
    Isabelle: (sussurrando) shh! Credo che voglia aiutarci.

    Era apparso una specie di elfo era alle spalle della vecchia strega, che era troppo impegnata nel suo monologo per accorgersi di quello che le succedeva attorno. Quando fu abbastanza vicino iniziò a muovere una mano in modo circolare. La vecchia strega si zittì istantaneamente e assunse un’espressione vacua. Poi, con l’aria ancora confusa, disse:

    ???: qui è tutto a posto… devo andare… nel Centro…

    E lasciò la radura con passo barcollante.

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    I ragazzi avevano seguito la scena increduli: che diamine era successo? Perché quella strega se n’era andata così, senza fare loro nulla?

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    Handir: dovrei essere riuscito a farle dimenticare cosa stava facendo, ma non so quanto durerà.

    Nessuno dei ragazzi sapeva come rispondere.
    Handir: in ogni caso, voi che ci fate qui nella Foresta? Questa zona dovrebbe essere proibita agli umani.
    I ragazzi si scambiarono un’occhiata perplessa: cos’era quello strano ragazzo vestito di foglie? E come mai li aveva aiutati? Iniziò una rapida discussione a suon di occhiatacce, con cui venne deciso che Randall sarebbe stato il loro portavoce.

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    Randall: non volevamo fare nulla di male, davvero. Comunque grazie per l’aiuto.
    Handir: oh. Non preoccupatevi, è stato facilissimo.
    Randall: posso chiederti cos…chi sei?
    Handir: io sono Handir, uno degli elfi che popola questa Foresta. Normalmente non parlerei con voi, ma sono preoccupato per quello che quelle strane vecchiacce stanno combinando. Da quanto ho sentito, sembra che con questi piccoli cerchi abbiano imprigionato tutte le persone all’interno della vostra scuola, e che vogliano prelevare la loro energia.
    Scarlett: ma tu come fai a sapere che…

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    Handir: sono giorni che quelle vecchiacce stravolgono la quiete della nostra Foresta scarabocchiando questi cerchi e urlando i loro piani ai quattro venti. Anche un centauro sordo avrebbe saputo dirvi lo stesso.
    Scarlett: quindi sai dove di trovano adesso?
    Handir: certo, sono al cerchio centrale, a sud del castello. Laggiù hanno disegnato un cerchio colossale.

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    Scarlett: (rivolta agli altri ragazzi) dobbiamo andare laggiù, siamo gli unici che possono fare qualcosa in questo momento!
    Isabelle: ma cosa potremmo fare? Siamo solo studenti del primo anno…
    William: se la vecchia che si trovava qui fino a poco fa si è veramente dimenticata di averci visto, loro non si aspettano che qualcuno possa interferire. Forse se non ci facciamo vedere possiamo riuscire a fare qualcosa.
    Scarlett: e come pensi di fare a non farti vedere?

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    Con un gesto teatrale William tira fuori dalla tasca il mantello dell’invisibilità preso nel suo dormitorio per farlo vedere anche agli altri.

    Scarlett: non dirmi che è…
    William: sì, è un mantello dell’invisibilità.
    Randall: cosa? Ma dove l’hai trovato?
    William: era parte del progetto della nostra Casa.
    Randall: voi dire che l’hai rubato? Ai tuoi compagni di casa?
    William: rubato, che esagerazione… diciamo che l’ho preso in prestito.
    Randall: ma oggi dovevano consegnare il progetto!
    Scarlett: non credo che la sfida accademica importi ancora a qualcuno, Randall.
    Randall: va bene, ma…

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    Handir: ehm ehm. Mentre voi discutete, credo che le vecchiacce si stiano preparando per qualsiasi cosa abbiano intenzione di fare.
    Scarlett: puoi accompagnarci laggiù?
    Handir: eccezionalmente sì, ma solo perché è un’emergenza.

    Si incamminarono quindi verso il cerchio principale, seguendo l’elfo.

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    Randall: sapresti dirci qualcosa in più su quel cerchio?
    Handir: vediamo… da quanto ho sentito è un cerchio diverso da quello che abbiamo visto prima. Con il cerchio laggiù vogliono assorbire l’energia di quelli che sono rimasti pietrificati con l’incantesimo dei cerchi più piccoli, che hanno attivato poco fa. Il cerchio principale è molto grande e contorto, non mi ricordo di preciso il disegno… ma nel centro hanno messo un grosso vaso.
    Randall: al centro…

    Non poteva certo dirsi un esperto di alchimia, ma da quello che aveva letto quell’anno aveva almeno capito che il centro del cerchio era il suo fulcro, la zona su cui si concentravano gli effetti dell’incantesimo. Se ci avevano messo un vaso, significava che l’incantesimo in qualche lo avrebbe modificato.

    Handir: ecco, sono nella prossima radura.

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    ???: molto bene, tutto è pronto ormai! Finalmente raggiungeremo la vita eterna!
    ? ?: e nessuno ci può più fermare, anche il Preside Powell è belle che immobilizzato nel castello!

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    William: (sussurrando) Randall, cosa ne pensi del cerchio?
    Randall: (sussurrando) quel cerchio è molto simile a quello dei sotterranei, solo più grande e con il vaso al centro al posto dell’alchimista. Forse vogliono accumulare tutta l’energia là dentro. Come se fosse una batteria gigante.
    Scarlett: (sussurrando) batteria?
    Isabelle: (sussurrando) c’entra con la corrente elettrica, credo.
    William: (sussurrando) credi che possa funzionare rompere le linee anche qui, come nei sotterranei?
    Randall: (sussurrando) assolutamente no! Qui c’è troppo energia in gioco, rischiamo che ci si ritorca contro! Però forse c’è un altro modo…
    Scarlett: (sussurrando) e non tenerci sulle spine!

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    Randall: (sussurrando) ma non lo vedete? Eppure è così ovvio… il cerchio è un grosso circuito!
    Scarlett e William : (sussurrando) circuito?
    Isabelle: (sussurrando) ah…

    Essendo cresciuti in famiglie di soli maghi, Scarlett e William non avevano mai sentito parlare di nulla connesso alla corrente elettrica, circuiti compresi. Isabelle, essendo vissuta in una famiglia di babbani, sapeva qualcosa di più, ma non molto. Dopotutto non sono molti i dodicenni che conoscono i circuiti elettrici come li conosceva Randall, neppure tra i babbani.

    Randall: (sussurrando) dobbiamo solo trovare l’interruttore, e poi potremmo fermare tutto senza rischi.
    Isabelle: (sussurrando) uhm, non vedo nulla che assomigli a un interruttore.
    Randall: (sussurrando) vorrà dire che ce lo dovremo fare noi.

    Randall aveva pensato a lungo a questa faccenda dell’interruttore, durante il suo lavoro per la Sfida Accademica. E credeva di essere riuscito ad elaborare un cerchio specifico che, se collegato agli altri, potesse fungere da interruttore.

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    Scarlett: (sussurrando): che vuoi dire?
    Randall: (sussurrando): credo di poter modificare il cerchio in modo da spegnerlo. Mi serve solo un po’ di tempo.
    William: (sussurrando): dove devi farlo, questo cerchi?
    Randall: (sussurrando) fammi pensare… là in mezzo, in effetti. E avrei anche bisogno che mentre disegno il cerchio principale non sia attivato, o rischio di farmi friggere.
    William: (sussurrando) allora prendi tu il mantello dell’invisibilità. Noi cercheremo di attirare la loro attenzione, ma tu cerca di sbrigarti.
    Isabelle: (sussurrando) cosa? Dovremmo attirare l’attenzione di quelle là?

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    Scarlett: (sussurrando) non preoccuparti, tu puoi anche coprirmi le spalle da qui. Io sono pronta.
    William: (sussurrando) non vorrai mica andare là in mezzo da sola?
    Scarlett: (sussurrando) se nessun altro ha le palle per andare là fuori, andrò anche da sola, certo!
    William: (sussurrando e irritato) e va bene, vengo anch’io. Randall, appena sono distratte metti il mantello e fai quello che devi. Isabelle e tu, elfo, copriteci le spalle.

    Scarlett era già pronta a scattare verso il centro della radura, con la bacchetta in pugno.

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    William: (sussurrando) aspetta un secondo: se usciamo da qui troveranno subito gli altri! Ci conviene sbucare dall’altro lato, per confonderle un po’.
    Scarlett: (sussurrando e sarcastica) “ci conviene sbucare dall’altro lato”… che palle che sei!

    Non lo avrebbe mai ammesso, ma in realtà l’idea di William era sensata. Seguì quindi il consiglio, e iniziarono a muoversi verso l’altro capo della radura, cercando di non farsi vedere.

    William: (sussurrando) quando usciamo, dobbiamo cercare subito di immobilizzarne più che possiamo.
    Scarlett: (sussurrando) ma dai? Secondo te cosa stavo per fare?
    William: (sussurrando) con te, non si sa mai.
    Scarlett: (sussurrando) bene, allora al mio tre: uno, due… TRE

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    Scarlett e William: PETRIFICUS TOTALUS!

    L’incantesimo di pietrificazione era l’unico incantesimo utile che conoscevano, e avevano tutte le intenzioni di sfruttarlo al meglio. Le vecchie streghe furono prese completamente alla sprovvista, non si aspettavano di essere attaccate. Approfittando dell’effetto a sorpresa, Scarlett riuscì a beccare in pieno una delle streghe, che cadde come un sacco a terra. William invece mancò la strega a cui aveva mirato, perché questa si era spostata all’ultimo secondo.

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    William: cavolo!
    Scarlett: ma sei cieco?

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    Randall: allora io vado.

    Si mise il mantello sulle spalle, e sparì completamente dalla vista. Sembrava nervoso, ma anche molto determinato.
    Isabelle e l’elfo Handir rimasero da soli nascosti appena fuori dalla radura.

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    Isabelle: tu sei l’elfo che ho visto quella volta, al limite della Foresta, vero?
    Handir: ehm… sì, sono io. Grazie per non averlo detto a nessuno.
    Isabelle: come fai a sapere che…
    Handir: se lo avessi fatto una marea di maghi si sarebbe introdotta nella nostra Foresta per scovarci. E se questo fosse successo come minimo gli altri Elfi mi avrebbero buttato nel centro del lago.
    Isabelle: se ci tenete tanto alla segretezza, perché tu gironzoli sempre vicino al parco del castello?

    Handir non lo avrebbe mai ammesso, ma era da sempre stato affascinato dai maghi e da quello che succedeva a Hogwarts. Per questo spesso si ritrovava a spiare i maghi nascosto dietro gli alberi che si trovavano più vicino al castello.

    Handir: ehm… ma noi non dovremmo aiutare i tuoi amici? Mi sembra che non se la stiano cavando così bene…

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    Scarlett e William erano riusciti a pietrificare già tre streghe, ma le altre due erano ancora molto combattive, e le altre sembravano sul punto di liberarsi.

    Handir: io credo di poter creare uno scudo. Tu cerca di pietrificarne qualcuna.
    Isabelle: ma io non sono mai riuscita a…
    Handir: sono sicuro che puoi riuscirci. Mira alla vecchiaccia sulla destra.

    Handir iniziò di nuovo a muovere le mani facendo strani gesti per erigere uno scudo attorno a William e a Scarlett. Isabelle tirò fuori la bacchetta, per niente convinta di poter veramente riuscire a fare quell’incantesimo.

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    Isabelle: pe…petrificus totalus!

    Non successe nulla.

    Handir: mettici un po’ di convinzione, forza!

    Nel frattempo Randall aveva avuto tutto il tempo per raggiungere il punto adatto dove disegnare il suo personale cerchio-interruttore. Mentre le vecchie streghe erano impegnate contro Scarlett e William aveva potuto disegnarlo con tutta calma. In realtà non aveva ancora avuto modo di verificare che quel cerchio funzionasse sul serio, ma ormai non restava che provare. Tornò da Isabelle e Handir con sguardo trionfante.

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    Randall: bene, io ho finito. Possiamo andarcene.
    Isabelle: ma come facciamo ad avvisarli…
    Randall: è semplicissimo. Ma tu preparati a correre, va bene?

    Isabelle e Handir scattarono in piedi, pronti per una fuga precipitosa.

    Randall: (urlando) RITIRATA! RITIRATA!

    Le vecchie streghe si voltarono per vedere chi stesse urlando. William e Scarlett ne approfittarono per scappare via da lì, mentre gli altri stavano già correndo verso la zona più fitta del bosco.

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    William: Randall, sei riuscito a fare… qualsiasi cosa volessi fare?
    Randall: sì, adesso se attiveranno il cerchio avranno una gran brutta sorpresa.

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    ???: ma chi diamine erano?
    ? : sembravano studenti della scuola.
    ? ?: ormai sono spariti nel bosco… dobbiamo cercarli?
    ???: no, dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato. Andate tutte al vostro posto, forza.

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    Le vecchie streghe iniziarono a intonare una nenia inquietante. Il cerchio si attivò, un’enorme quantità di energia iniziò a scorrere nelle linee.

    ???: AH AH AH! Finalmente la vita eterna sarà nostra!
    ? ?: un secondo… c’è qualcosa che non funziona.

    Assieme al loro grande cerchio avevano attivato anche l’interruttore di Randall. L’energia che scorreva al suo interno diminuì sempre più, finché il cerchio non si spense del tutto.

    ???: ma che diamine…

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    Preside Powell: cos’è successo?
    Prof Thompson: sta succedendo qualcosa nella Foresta…
    Preside Powell: studenti, rimanete tutti qui. Professori, con me!

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    ???: quelli stupidi ragazzini, devono aver manomesso il cerchio!
    ? ?: se li prendo…
    Preside Powell: se li prendi cosa?

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    Erano arrivati il preside e i professori, tutti con le bacchette sguainate.
  5. .
    6476
  6. .
    :welcommmm:

    Benvenuta!
  7. .
    Capitolo 18.1:
    La Trappola


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    ???: (sottovoce) e quelle chi sono?
    Handir: (sottovoce) non ne ho idea, mai viste prima.
    ???: (sottovoce) è tutto il giorno che vanno avanti e indietro per il bosco portandosi dietro quintali di gessetti colorati… per la grande Quercia, che stanno combinando?
    Handir: non ne ho idea…
    ???: ho un brutto presentimento… secondo me dovremmo tornare al centro della Foresta, almeno laggiù dovrebbero lasciarci in pace.
    Handir: hai ragione, andiamo.

    La Foresta non era l’unico posto ad essere più movimentato del solito, anche a Hogwarts si respirava una certa eccitazione, anche se per motivi completamente diversi. Infatti quella sera sarebbero stati consegnati i Progetti su cui stavano lavorando da tutto l’anno, e dopo il banchetto che si sarebbe tenuto quella sera sarebbe stato decretato il vincitore.

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    Amelie: benissimo, abbiamo tutto? Pozione polisucco…

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    Phoebe: eccola. Fate attenzione, sono riuscita a fare solo questa.
    Amelie: perfetto… gli approfondimenti sugli incantesimi di camuffamento?
    Noah: eccoli qui, cinque pergamene.
    Amelie: bene… e poi il pezzo forte, il mantello dell’invisibilità.

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    Isaac: non vorrei allarmarvi ma… non riesco a trovarlo.
    Amelie: come non riesci a trovarlo? È il fulcro del nostro lavoro, senza di quello…

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    William si guardava attorno con l’aria più innocente che poteva. Il mantello lo aveva preso lui settimane prima, in uno dei rari momenti in cui si trovava da solo nel dormitorio. Adesso si trovava al sicuro nella tasca interna del suo mantello, invisibile alla vista. Sapeva che in questo modo avrebbero perso la sfida… però un mantello dell’invisibilità (per quanto artigianale fosse) è pur sempre un mantello dell’invisibilità. Non poteva lasciarselo sfuggire.

    Amelie: cavolo, devo consegnare tutto tra cinque minuti! Siamo fregati…

    Isaac: non è detto… comunque c’è ancora la polisucco.

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    Amelie: accidenti! Devo consegnare quello che abbiamo, altrimenti ci squalificano. Però se becco chi ha il mantello, lo uccido con le mie stesse mani.

    Detto questo uscì dalla sala comune, portando un’alta pila di pergamene e la boccetta contenente la preziosa pozione.
    Gli altri si dispersero rapidamente subito dopo che fu uscita, e William ne approfittò per andare in biblioteca senza farsi notare. Doveva ancora contattare gli altri e raccontare loro quello che aveva visto la sera prima. Sinceramente non aveva tutta questa voglia di condividere queste sue visioni con tutti, ma le informazioni che aveva gli erano comunque sembrate importanti.

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    Seppur riluttante tirò quindi fuori la moneta stregata che gli aveva dato Randall e la toccò con la bacchetta. Quella diventò immediatamente bollente, e così dovevano essere anche le monete degli altri. Non gli restava che aspettare che arrivassero.

    Il primo ad arrivare fu Randall, che sembrava piuttosto trafelato.

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    Randall: scusa se ci ho messo tanto, ma abbiamo avuto un crollo nella pila di pergamene che dobbiamo consegnar… Will?
    William: William. E comunque sei il primo.
    Randall: scusa, è solo che non mi aspettavo che ci avessi chiamato tu.

    In quel momento arrivarono anche Scarlett e Isabelle, dovevano essersi incrociate per strada.

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    Scarlett: (rivolta a Randall) abbiamo fatto il più in fretta possibile, che succede?
    Randall: non chiedetelo a me, ci ha chiamato lui.
    Isabelle: cosa?
    Scarlett: intendi William?
    William: guardate che sono qui.
    Randall: allora Will, che succede?

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    William: ti ho già detto che non mi piacciono i nomignoli. Comunque (prende un lungo respiro) suppongo che abbiate sentito anche voi che a quanto pare io sarei una specie di veggente o qualcosa del genere…
    Randall: certo che sì, da quando hai iniziato le tue “lezioni” tua sorella è anche più strana del solito. Credo che sia gelosa, o qualcosa del genere.
    Isabelle: quindi vedi davvero il futuro?
    William: non è così facile, ma un paio di volte è successo. Comunque, questa volta credo di poter aver Visto qualcosa che potrebbe interessarvi.

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    Scarlett: (scettica) vuoi dire che hai avuto una visione?
    William: se vuoi chiamarla così…
    Randall: e cos’hai visto?
    William: ho visto di nuovo quella vecchia signora. Però questa volta non era da sola, erano in cinque.
    Isabelle: in cinque?
    Randall: e cosa stavano facendo?

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    William: stavano tracciando altri di quei cerchi in un bosco, e sono abbastanza sicuro che si trattasse della Foresta Proibita.
    Scarlett: e secondo te tra quanto potrebbe succedere?
    William: non saprei… però di solito non faccio previsioni di più di una settimana, quindi direi a giorni.
    Isabelle: dovremmo dirlo al Preside! Sono sicura che ci ascolterebbe!
    Randall: hai ragione, andiamo nel suo ufficio.

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    Randall bussò con decisione alla porta dell’ufficio, dovevano parlare al Preside al più presto.

    Preside Powell: Avanti!

    I ragazzi entrarono nell’ufficio.

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    Preside Powell: oh, non mi aspettavo proprio di vedervi.
    Randall: Preside Powell, avremmo qualcosa di importante da dirle.
    Preside Powell: certo ragazzi… fate solo in fretta, sono in ritardo per la valutazione dei Progetti delle case.

    Scarlett diede una gomitata a William, come per dire “Parla, su!”

    William: beh, ecco…

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    Randall: in pratica Will ha avuto una Visione, e crediamo che potrebbe interessarvi.
    Preside Powell: oh, Walker? Cos’hai Visto?

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    William: beh, ecco…si ricorda quando ad Halloween le avevamo detto che nei sotterranei non c’era il custode, ma solo una vecchia signora con le sue sembianze?
    Preside Powell: certo che sì.
    William: bene… ieri sera ho Visto la stessa vecchia signora, che assieme ad altre quattro streghe disegnava strani cerchi in diversi punti della Foresta.
    Preside Powell: che foresta?
    William: sono quasi sicuro che fosse la Foresta Proibita.
    Preside Powell: e quando dovrebbe accadere tutto questo?
    William: beh ecco, questo non lo so… ma credo che potrebbe succedere nei prossimi giorni…

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    Preside Powell: uhm… Molto bene ragazzi, grazie per avermi parlato di questo. Prenderemo i provvedimenti necessari… domani mattina, dopo aver premiato uno dei progetti. Adesso potete tornare nelle vostri dormitori, o andare sulle sponde del lago, è una così bella giornata…
    Randall: ma Preside… lei non è preoccupato?
    Preside Powell: certo che lo sono, ma sono anche tremendamente in ritardo.

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    Così detto uscì dall’ufficio, lasciandoli lì da soli.

    Scarlett: certo che si è proprio fissato con questa “Sfida Accademica”.

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    Isabelle: e adesso cosa facciamo?
    Randall: uhm… forse dovremmo fare un piccolo sopralluogo nella Foresta, per vedere se è tutto normale o no… Will, dove dovrebbe trovarsi uno di questi cerchi?
    William: so solo che da uno dei cerchi si vede bene la torre nord del castello.
    Isabelle: da dietro la capanna del custode quella torre si vede molto bene.
    Scarlett: e tu come fai a sapere queste cose?
    Isabelle: per il nostro progetto abbiamo girato parecchio ai margini della Foresta Proibita.

    Così decisero di esaminare quel tratto di foresta.

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    Randall: non sarà mica pericoloso?
    Isabelle: sono stata qui decine di volte, e non è mai successo niente di strano.

    Almeno se non si teneva conto di quella specie di elfo…

    William: credo che dovrebbe trovarsi da queste parti in effetti. Quell’albero laggiù mi ricorda qualcosa.

    Scarlett si precipitò verso l’albero indicato, e raggiunse una piccola radura.

    Scarlett: eh, ragazzi… venite un po’ a vedere…

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    A terra c’era un cerchio, che sembrava la versione in miniatura di quello che avevano visto nelle segrete.

    Randall: accidenti, dobbiamo trovare il Preside. Adesso.
    ???: Ma come, volete perdervi lo spettacolo?

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    I ragazzi scapparono all’altro capo della radura, per stare il più lontano possibile dalla vecchia strega che era apparsa davanti a loro. Erano stati colti di sorpresa, e la sua improvvisa comparsa li aveva spaventati.

    ???: peccato che siate fuori dal castello, così la vostra preziosa energia verrà sprecata… ma ormai è troppo tardi, che lo spettacolo abbia inizio!

    Tirò fuori la bacchetta, iniziò a intonare l’incantesimo e il cerchio assunse un inquietante colore rosso sangue. Sfere di luce rossa si accesero tutt’attorno alla radura.

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    ???: ammirate lo splendore del nostro pentacolo stellato! Ormai il castello è stato sigillato, non c’è più nulla che possiate fare!

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    Nel frattempo nel castello tutti gli studenti si erano raccolti nella sala Grande, per dare inizio ai festeggiamenti. Il Preside si era appena alzato per annunciare a tutti il vincitore della Sfida Accademica, quando le finestre iniziarono a vibrare fortemente.

    Preside Powell: ma che succed…

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    Ma non riuscì a finire la frase: come tutti le altre persone all’interno del castello, era rimasto pietrificato.
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    Capitolo 17. Se non si fosse notato, mi diverte un sacco strapazzare Will il più possibile.
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    Capitolo 17.1:
    La Visione
    :


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    William si svegliò di nuovo di soprassalto: era la terza volta solo quella settimana, non ne poteva più di vedere quella vecchia megera sghignazzante. Era… inquietante. Ed era anche la prova che le famose “lezioni private” della nonna erano completamente inutili. Però doveva lo stesso trovare una soluzione a tutto questo al più presto. Quella sera avrebbe provato di nuovo a chiedere aiuto alla nonna. Per l’ultima volta.

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    Noah: (si alza dal letto) stai bene, Walker? Hai borbottato tutta la notte, così non riusciamo a dormine neanche noi, lo sai?
    William: scusate, ma non ci posso fare proprio niente.

    Visto che ormai era mattina, andò in sala grande per la colazione. A metà di un corridoio uno studente più grande si scontrò contro di lui, fingendo senza molto successo di non averlo fatto apposta.

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    William: ehi! Fa’ un po’ più attenzione!
    ???: ops, scusa. Credevo che tu l’avessi Previsto…

    William non rispose, e continuò ad andare per la sua strada con sguardo impassibile. Naturalmente ormai tutto il castello sapeva che lui doveva essere una specie di veggente, e che prendeva lezioni private da sua nonna, la famosa Sybille Walker. Certo era che sua nonna non lo aveva aiutato particolarmente, occupando interamente il suo inserto settimanale sulla Gazzetta del Profeta (*giornale dei maghi) con un articolo in cui descriveva quanto fosse orgogliosa del suo beneamato nipotino… In sostanza, da quando sua nonna era venuta a sapere dei suoi sogni, era stato quotidianamente soggetto di schermaglie di tutti i tipi. I divinatori non avevano la fama persone particolarmente serie e rispettabili…

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    Morgan: ehi Will, hai un secondo?

    Questo era il secondo problema, che per certi versi gli dava anche più grattacapi delle angherie dei compagni di scuola. Infatti da quando Morgan aveva saputo delle lezioni provate, perseguitava William affinché convincesse la nonna a far partecipare anche lei. La nonna era stata categorica, perché a suo dire Morgan, per quanto volenterosa, non possedeva “l’Occhio”, ma sua sorella non demordeva.

    William: no.
    Morgan: ti preeego!
    William: lo sai che non dipende da me…
    Morgan: ma…

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    William: sono in ritardo per la colazione. Ciao Morgan.
    Morgan: ma non è giusto, Will! A te non interessa neanche la divinazione! E poi…

    Non sentì come andava a finire il capriccio di sua sorella, ormai quella solfa l’aveva sentita fin troppe volte. Lei non lo capiva proprio, non si rendeva conto di quanto fosse difficile essere tormentato dai sogni più strani e inquietanti ogni notte. Non lo aveva mica deciso lui di essere un veggente dopotutto. Essere un veggente… gli suonava ancora parecchio strano, in effetti.

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    Randall: Will, finalmente sei arrivato!
    William: per la millesima volta, mi chiamo William.

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    Randall: sì, certo. Comunque, credo di aver finalmente risolto tutti i nostri problemi. Con questa (tira fuori una moneta d’oro dalla tasca del mantello) non dovremo più rincorrerci per tutto il castello quando abbiamo qualcosa da dirci!
    William: (prende la moneta che Randall gli porge) e perché mai dovrei cercarvi?
    Randall: ma per la faccenda della vecchia strega, no? Comunque, ho trovato un sacchetto pieno di queste in sala comune, deve averle lasciate qualche vecchio studente.
    William: a me sembra solo un galeone (*nome delle monete d’oro dei maghi)

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    Randall: anche a me sembrava un galeone, ma dopo una rapida analisi è subito stato evidente che è solo un’imitazione. Ma non è questo il punto: in pratica, quando tocchi una di queste con la bacchetta, così (tocca la moneta con la punta della bacchetta) tutte le altre nel mucchio si scaldano! Ho provato, funziona anche se sono molto lontane.
    William: quindi quando questa si scalda significa che qualcuno di voi vuole incontrare gli altri, giusto?
    Randall: esatto, ne ho già date una a Scarlett e una a Isabelle. Terremo le monete in tasca, e quando uno di noi lancerà il segnale ci troveremo tutti in biblioteca.

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    Le lezioni si facevano sempre più pesanti. Era normale, considerando che gli esami di fine anno si stavano avvicinavano, ma la mole di compiti assegnati dalla professoressa di trasfigurazione era comunque esagerata. Non serviva certo un veggente per dire che nessuno sarebbe riuscito a finirli…

    Comunque, la giornata non era ancora finita. Era venerdì, il che significava lezioni di divinazione con la nonna.

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    Nonna Sybille: buonasera Will. Sento che qualcosa ti preoccupa, cosa succede?
    William: ecco… è solo che questa faccenda dei sogni non migliora affatto.
    Nonna Sybille: uhm, in effetti sembri anche più stanco delle altre volte… ma di preciso, cosa stai sognando?
    William: sempre una vecchia signora, china su un calderone a fare chissà cosa.
    Nonna Sybille: e sei così preoccupato solo perché sogni una vecchia signora?
    William: è che… ha qualcosa di molto inquietante, ecco.

    Non poteva dire che quella era la stessa vecchia, camuffata da custode, che aveva seguito nei sotterranei a inizio anno. Ormai lui e gli altri avevano, seppur tacitamente, deciso di tenersi la faccenda per loro.

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    Nonna Sybille: il sogno che fai è lo stesso ogni notte?
    William: adesso che mi ci fai pensare, direi di sì.
    Nonna Sybille: allora deve essere una Premonizione che vuole uscire fuori a tutti i costi… quindi c’è un solo modo per risolvere la faccenda.
    William: che sarebbe?
    Nonna Sybille: tirarla fuori. Non temere, ho proprio quello che fa al caso nostro.

    Prese la sua grossa borsa ricoperta di perline e iniziò a tirare fuori tutta una serie di strane erbe aromatiche. Già solo l’odore di quella roba faceva girare la testa di William.

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    William: (preoccupato) e cosa dovrei farci?
    Nonna Sybille: dobbiamo preparare un infuso con queste erbe, che poi tu dovrai bere. Se la cosa funziona dovresti andare in una specie di stato di trance, durante il quale vedrai la tua premonizione.
    William: in che senso “se la cosa funziona”?
    Nonna Sybille: non preoccuparti, non può succederti niente di male.

    Nel giro di pochi minuti le erbe erano state pestate e messe in infusione in una teiera di acqua calda. La nonna ne versò poi un po’ in una tazza, che porse con sguardo incoraggiante al nipote.

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    Nonna Sybille: forza, bevilo tutto.

    William si sentiva svenire già solo sentendo l’odore di quella roba, e non aveva nessunissima voglia di andare “in uno stato di trance”. Ma se non avesse finalmente affrontato quella Premonizione avrebbe anche continuato a fare quei sogni… no, doveva farsi coraggio e buttare giù quell’intruglio malefico.

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    L’effetto fu immediato, e William si accasciò a terra.

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    Nonna Sybille: uhm, forse ho messo un po’ troppa valeriana…

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    Questa volta le immagini erano molto più chiare del solito. Poteva vedere chiaramente la solita vecchia pazza disegnare a terra un cerchio intricato. Dovevano trovarsi in una specie di bosco… ma quale bosco? Nelle vicinanze non c’era niente di strano, solo alberi. Era impossibile capire di che bosco si trattasse.

    L’immagine si fece sfuocata, la scena stava cambiando.

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    L’immagine era molto simile alla precedente… anche se quella vecchia signora sembrava diversa da quella di prima, come la zona del bosco. Non c’era modo di capire a cosa servissero quei cerchi, ma William aveva la netta sensazione che non si trattasse di nulla di buono.
    L’immagine cambiò altre tre volte, mostrando altre tre vecchie streghe intente a tracciare cerchi al suolo. Ma quante erano le vecchie streghe? Già una era un problema sufficiente…

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    William si guardò attorno, per cercare di capire in che bosco si trovasse. Nessun indizio, solo alberi e cespugli… un momento, quella che si vedeva là in fondo non era la torre nord di Hogwarts? Allora quella doveva essere la Foresta Proibita che circondava il castello! Ma cosa potevano fare quelle vecchie streghe laggiù?

    Tutto tornò nebuloso, e William si risvegliò. Si sentiva ancora parecchio disorientato a causa di quell’intruglio che aveva dovuto bere, ma si stava anche riprendendo molto in fretta.

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    Nonna Sybille: oh bene, ti sei svegliato! Stavo iniziando a preoccuparmi, sei proprio caduto giù come una pera cotta! Mi sa che dovrò ancora lavorare un po’ sul dosaggio…
    William: ahm… la testa…
    Nonna Sybille: comunque, cos’hai visto?
    William: beh, ecco…

    Non poteva certo dire alla nonna che c’erano in tutto cinque vecchie pazze che disegnavano cerchi misteriosi attorno al castello.

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    William: sempre quella vecchia, niente di nuovo in realtà.
    Nonna Sybille: oh beh, l’importante è che tu abbia affrontato questa visione, adesso dovresti riuscire a dormire senza problemi.
    William: benissimo nonna… adesso però dovrei proprio andare, non dovrei stare fuori dalla sala comune così tardi di notte…
    Nonna Sybille: va bene Will, ci vediamo venerdì prossimo!
    William: certo nonna…

    E uscì dalla stanza. Prese la moneta che aveva nella tasca e la osservò pensieroso: avrebbe dovuto contattare gli altri al più presto.
  14. .
    Ho deciso di iniziare a pubblicare la storia anche su questo forum http://thesims4ita.forumcommunity.net/

    Quindi non preoccupatevi, sono sempre io e non qualcuno che mi ha copiato la storia.

    Se c'è ancora qualcuno che legge la storia comunque non si preoccupi, perché continuerò a pubblicarla anche qui.
  15. .
    Capitolo 16.1:
    Il canto dello Spettro


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    Quella ricerca sull’alchimia stava diventando sempre più entusiasmante per Randall, che passava tutto il tempo che poteva in biblioteca a leggere tutti i libri sull’argomento che riusciva a trovare. Ufficialmente studiava per contribuire al progetto scolastico della sua casa, ma in realtà Randall voleva anche capire che incantesimi erano stati utilizzati la notte di Halloween.

    “All’interno delle linee del cerchio alchemico scorrono grandissime quantità di energia. Il modo con cui queste linee indirizzano l’energia determina l’esito dell’incantesimo, quindi a ogni disegno corrisponde un incantesimo diverso.”

    “Il disegno tracciato a terra deve essere preciso fin nei minimi dettagli, o l’energia rischia di sfuggire dal controllo dell’alchimista, danneggiando gravemente i malcapitati che si trovavano nelle vicinanze. Ogni interruzione delle linee del cerchio può essere letale…”


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    Energia che scorre ordinata nelle linee… il principio non era poi così diverso dai circuiti elettronici dopotutto. Rompere il cerchio era pericoloso quanto tentare di tagliare un cavo elettrico con le tronchesi, rischiavi di prenderci la scossa. A Halloween erano stati molto fortunati, perché l’energia si era ritorta solo contro quella strana vecchia. Però forse esisteva anche un modo per interrompere l’incantesimo in modo sicuro, qualcosa di analogo a un interruttore in un circuito elettrico in pratica. Ma cosa poteva essere?

    Randall era assorto da questi pensieri quando sentì uno strano fruscio alle sue spalle. Si girò con circospezione, giusto in tempo per vedere un fantasma che cercava di nascondersi dietro agli scaffali.

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    Randall: ehi, sei tu quel fantasma? Joe?
    Joe: uhm!
    Randall: non preoccuparti, vogliamo solo parlarti…
    Joe: … non qui. Venite sulla torre di Astronomia e dite “Sinfonia”.
    Randall: va bene…

    Ma quello era già sparito attraverso a un muro.
    Doveva assolutamente chiamare gli altri… ma dove potevano essere a quell’ora? Era sabato pomeriggio, ed era anche una delle prime giornate di sole di quella primavera… quindi potevano essere ovunque. Dovevano trovare un metodo un po’ più semplice per contattarsi, girare sempre per tutto il castello non era assolutamente efficiente. Si sarebbe dovuto inventare qualcosa.

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    Impiegarono quasi due ore per trovare tutti. In realtà Scarlett e Isabelle le trovò facilmente, erano sulle sponde del lago a fare i compiti di trasfigurazione. Trovare William invece fu molto più difficile.

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    Randall: e non è neanche nel cortile…
    Scarlett: abbiamo girato tutto il castello… ma deve per forza esserci anche lui?
    Randall: non resta che la sua sala comune…
    Isabelle: e noi non possiamo scendere fin laggiù.
    Randall: esattamente. Non ci resta che aspettare che esca, tanto ormai è quasi ora di cena. Di solito a quest’ora vanno tutti in sala grande per la cena, proviamo là.

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    Isabelle: eccolo laggiù!

    William stava mangiando distrattamente la sua cena, e non aveva una faccia particolarmente sveglia.

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    Randall: ehi Will! Abbiamo rintracciato quel fantasma, vuoi venire?
    William: eh?
    Scarlett: fantasma, che ci vuole parlare. Ma stai bene? Hai una faccia…
    William: ho solo dormito poco, tutto qui.
    Randall: allora, andiamo?

    Salirono quindi sulla torre di Astronomia, che in quel momento era completamente deserta.

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    Randall: molto bene, aveva detto di venire quassù e di dire “Sinfonia”.

    L’ultima parola era stata detta ad alta voce, per richiamare il fantasma.

    Scarlett: sei sicuro che funzioni? Non vedo nessuno… AH!

    In quel momento Pazzo Joe attraversò la parete, sempre guardandosi attorno con aria preoccupata.

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    Joe: siete da soli, vero?
    William: vedi qualcun altro per caso?
    Joe: in effetti no.
    Scarlett: allora Joe, cosa sai dirci di quello che è successo ad Halloween?
    Joe: quella vecchia… io la conosco…
    William: questo lo avevamo capito.
    Isabelle: lasciarlo parlare, così si agita.

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    Joe: grazie. Dicevo, la conosco perché… tutto questo è già successo, molti anni fa… ed è il motivo per cui adesso sono in questo stato.
    Isabelle: vuoi dire che…
    Joe: che mi ha catturato. E che nel mio caso, nessuno è venuto a salvarmi…

    Tutti erano molto sorpresi dalla rivelazione, non se l’aspettavano. Isabelle era anche molto spaventata: allora sarebbe veramente potuta morire laggiù…

    Randall: com’è successo?

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    Joe: all’epoca ero uno studente anch’io…
    Scarlett: di che epoca stai parlando?
    Joe: ehm… una settantina di anni fa, più o meno. Comunque, sono stato rapito da quella vecchia. Non ho visto molto, perché io ero anche bendato… però l’ho vista quando mi ha catturato.
    William: sarà la stessa vecchia che abbiamo visto noi?
    Randall: non saprei…
    Joe: vi stavo osservando, giù nei sotterranei… sono sicuro, era lei.

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    Isabelle: e lei… cosa ti ha fatto?
    Joe: non lo so di preciso… mi sono sentito risucchiare tutte le forze, e quando ho riaperto gli occhi ero così come mi vedete adesso. E la vecchia era sparita.
    Scarlett: come sparita? Si era teletrasportata?
    Joe: no, non subito per lo meno. Però davanti a me non c’era più una vecchia. In effetti, c’era una bambina, avrà avuto meno di dieci anni.

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    Randall: quindi secondo te avrebbe usato la tua energia per tornare giovane?
    William: questo è impossibile, solo con una pietra filosofale si può ottenere un elisir di lunga vita. Non ho mai sentito di nessuna magia in grado di prendere l’energia vitale di una persona per darla a un’altra.
    Randall: non credo che fosse proprio magia… a me è sembrata di più alchimia.
    Scarlett: ma l’ultimo alchimista era Flamel, e lui è morto da qualche anno ormai.

    Isabelle si guardava attorno confusa, non aveva mai sentito nominare l’alchimia prima.

    Isabelle: ehm, scusatemi. Di cosa state parlando?

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    Randall: in pratica l’alchimia è un tipo antico di magia che sfruttava dei cerchi come quelli che abbiamo visto per fare gli incantesimi. E uno degli scopi degli alchimisti era proprio l’ottenimento della vita eterna. Chissà, forse è una specie di alchimista clandestina che frega energia agli altri per poter vivere per sempre… prende energia, torna giovane, e quando è troppo vecchia ricomincia da capo…
    William: però ha anche usato incantesimi normali, l’incantesimo di pietrificazione che ha usato su loro due (indica le ragazze) è lo stesso che abbiamo studiato a lezione.
    Randall: però…
    Scarlett: voi due leggete troppo. Ehi Joe, non ci sono state delle indagini quando sei morto?

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    Joe: che tatto… comunque no, venne archiviato come incidente. Per confondere le acque il mio corpo fu buttato da questa torre, e la mia testimonianza da fantasma non fu mai ascoltata perché tutti erano convinti che fossi pazzo… solo perché sono finito in infermeria un paio di volte dicendo di sentire le voci, ma pensa te…
    Scarlett: (sarcastica) certo... come avranno fatto a pensare che tu fossi pazzo…
    Joe: ah! Neanche tu mi credi! Siete uguali agli altri!

    E sparì di nuovo attraversando il muro, piagnucolando.

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    Isabelle: poverino…
    William: ma cosa ti passa per la testa? Poteva sapere qualcos’altro!
    Scarlett: ne dubito… e poi sei sicuro che ci possiamo fidare di quello che dice? A me è sembrato completamente fuori di testa…
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